Pubblicato sul blogo di "Tre uomini in barca" l'8 settembre col titolo "Costa settentrionale":
E ci riusciamo: concludiamo il periplo di Creta in 30 giorni esatti!
Abbiamo pagaiato sempre, con tutte le condizioni di mare possibile, dalla calma piatta alla burrasca sottocosta e siamo arrivati incolumi a destinazione: entriamo nel porto di Iraklion il 31 agosto e sbarchiamo sullo stesso scivolo dal quale eravamo partiti 30 giorni prima!
E’ una bella sensazione quella di concludere il giro intorno ad un’isola, un viaggio che nasce e finisce nello stesso luogo, un po’ come la quadratura del cerchio…
Abbiamo avuto ancora un paio di giorni di vento forte, sempre contrario, con onde alte che a volte nascondevano l'orizzonte e le isole dell'arcipelago (perché Creta è un arcipelago, con una ventina di isole, isolette e scogli che circondano l'isola madre); così un giorno ci siamo guardati ed in un attimo abbiamo deciso di tagliare il golfo di Sitia e di puntare diretti sul capo opposto per guadagnare un po’ di mare, saltando su e giù per le onde e aspettandoci il peggio sotto il capo: le onde che da oltre una settimana battono contro l'alta costa rocciosa, quando ritornano in mare aperto creano quella che noi chiamiamo in gergo "lavatrice" e che forse rende bene l'idea di dove ci siamo infilati... dura poco, però, un paio d'ore e poi solo vento contrario.
Insomma, il peggio sembra finalmente passato e noi ci prepariamo a concludere gli ultimi due-tre giorni di navigazione con le previsioni che danno "solo" mare mosso!
La costa settentrionale di Creta è però poco adatta ad un viaggio in kayak: quando è selvaggia lo è davvero troppo e non consente gli sbarchi nelle cale rocciose e quando è abitata lo è sempre troppo e non permette di scendere tra sdraio ed ombrelloni perfettamente allineati sulle spiagge.
Fortuna che si incontrano ancora paesini di pescatori fuori dalle rotte turistiche, come Mochlos o Mironikitas, dove la vita sembra scorrere ancora secondo i lenti ritmi cretesi; noi raggiungiamo il primo come un’oasi, perché navighiamo finalmente senza vento e senza onde dopo tanti giorni di mare agitato, ed il secondo come un miraggio, perché la taverna che ci aveva attirati a terra è invece miseramente chiusa e la scarpinata in collina si rivela presto vana.
Ma non del tutto: conosciamo infatti il vecchio Kostas e trascorriamo un’altra serata indimenticabile in compagnia di questo cretese tanto ospitale, aperto e vivace da farci venire voglia di ricominciare il giro dell’isola in senso inverso!
Inoltre, nel giorno in cui abbiamo pagaiato di più (ben 47 km, ben 17 in più delle percorrenze medie giornaliere di 30 km!) per scovare un luogo appartato per la nostra tenda tra la selva di stabilimenti balneari e resort e discoteche e parchi acquatici e navi da crociera ancorate nel porto di Agios Nikolaos, ci rifugiamo in un caletta isolata sulla bella penisola di Spinalonga, poco oltre la città ma abbastanza lontana da annullare i suoi rumori e capiamo altre cose sui cretesi.
Sono capaci di farsi delle belle scarpinate per andare a pescare nei luoghi più appartati; conoscono ed apprezzano i posti più belli della loro bellissima isola e se non li possono raggiungere a piedi si avventurano in barca, a remi o a motore; nel complesso, ci sembra che i greci, ed i cretesi in particolare, sappiano apprezzare molto più degli italiani il mare, il sole e le spiagge.
Sapete come fanno il bagno greci e cretesi? Si piazzano un cappello in testa, di paglia le donne e di tela gli uomini, tipo giocatori di baseball, e si immergono in acqua; fin qui niente di strano, ma loro sono capaci di rimanere a mollo per delle ore, tanto che a volte abbiamo salutato bagnanti che erano in mare da quando noi ci eravamo svegliati e che erano rimasti a mollo per tutto il tempo in cui noi avevamo smontato il campo, fatto colazione e preparato i kayak, solitamente due o tre ore... e mentre pagaiavamo al largo lasciando la spiaggia loro sembrava non avessero nessuna intenzione di uscire dall'acqua! Un solo lunghissimo bagno della durata dell'intera giornata! Se ne stanno lì a chiacchierare e galleggiano più del normale, con la testa il collo e parte del petto fuori dall'acqua; sarà che alcuni hanno le pinne ed i bambini sono spesso dotati di braccioli colorati, ma per lo più nuotano all'in piedi e parlano, parlano e parlano... ci hanno fatto venire in mente la pastina di Mafalda, con tutte quelle testoline che spuntano dal mare come la pastina, appunto!
A volte, avvicinandoci alla costa, abbiamo fatto fatica a capire se si trattava di boe o di bagnanti, perché spesso se ne rimangono immobili nell'acqua come se fossero addormentati... ma poi si ridestano e quando passiamo accanto ai loro cappelli ci salutano sempre con un allegro "Yassas", che è il saluto cretese.
Pagaiando, pagaiando abbiamo ormai completato il periplo dell'isola!
Posted the 8th of September on the "Three men on the boat" blog:
And we did it: let's conclude the Crete's periplus exactly in 30 days!
We paddle every day, in every sea conditions, from calm to storm, and we arrived to destination: let's enter into the Iraklion's harbour on 31th of August to land in the place from where we started 30 days before! This is a beautiful feeling: conclude the periplus of an island, a trip borned and ended in the same place, something like to square the circle.
We still had a couple of days of strong wind, with tall waves to close the horizon and the islands of the archipelago (Crete is a really archipelago, with about twenty islands and islets around the largest island); one day we decided to paddle offshore the Sitia bay to aim directly the opposite head, jumping up and down the waves and waiting for a "washing machine" under the rocky cliffs: a couple of hours to cross and after that just a contrary wind.
We're preparing now to conclude the last two-three days of navigation with the weather forecasts saying "only" rough sea...
The northern coast of Crete is however not so good for a sea kayak trip: where it is wild, it is too much wild indeed, and it is impossibile to land along the rocky coast; where it is inhabited, it is too much inhabited, and it impossible to land among beach umbrellas and deck chairs.
But there still are some fishermen villages out of the tourist routs, as well as Mochlos or Mironikitas, where life seems to flow according to the slow greek rhythms; we reach the first one as an oasis, because we finally paddle without wind after so many windy days, and the second as a mirage, because the tavern that attracted us was miserably closed and the walk up to the hill reveals soon completely vain.
But not entirely: there we met the old Kostas and spent another unforgettable evening together with that man, so hospitable that we thought to restart the periplus of the island in the opposite wise!
Besides, there was a day when we paddled for 25 miles, 10 more than the daily legs: we wanted a place apart form the resort and discos and aquatic parks and cruise ships anchored in the Agios Nikolaos harbour, so we found a sheltered beach on the beautiful peninsula of Spinalonga, distant enough from the city to annul its noises.
Do you know how the Greek go for a swim? They put on a hat, straw for women and cloth for men, like baseball players, and they dipped in water; they are able to remain there for hours, a long solo swim! They chat more and more while they float, with the head the neck and part of the breast out of the water; they suggest us the sea soup of Mafalda, with all those little heads that sprout from the sea...
Paddling and paddling we completed the periplus of the island!
SUMMER SEA KAYAK EXPEDITION
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venerdì 29 ottobre 2010
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