SUMMER SEA KAYAK EXPEDITION

dal 30 luglio al 5 settembre... un nuovo viaggio...

una nuova avventura... tanti altri amici da incontrare...

Tatiana e Mauro



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domenica 31 ottobre 2010

Summary 13 - Discovering the island from the sea

Pubblicato sul blog di "Tre uomini in barca" il 15 settembre col titolo "Un'isola da vivere in mare":
Aspettando la festa della Barca, ci piace l'idea di inviare un ultimo post di chiusura... magari a qualcuno può venire la voglia di avventurarsi in un nuovo viaggio in kayak!
Avendo ancora tre giorni a disposizione, avendo concluso il periplo nei trenta giorni previsti ed avendo conservato gli ultimi per fare i "terragni", abbiamo dismesso i panni dei viaggiatori di mare ed indossato quelli dei turisti di terra: ritirata l’auto dal parcheggio del porto, che nel frattempo è diventato un posteggio regolare con tanto di sbarra all’ingresso e di tassa giornaliera, ce ne andiamo a zonzo per l’interno dell’isola con l’intenzione di visitare i suoi famosi siti archeologici e di scovare le sue kantine rustiche e popolari.
Torniamo sempre in spiaggia per dormire e continuiamo a montare la tenda e a gonfiare i materassini perchè per noi il viaggio non è ancora del tutto terminato e non abbiamo nessuna voglia di abbandonare le abitudini adottate per un mese intero in kayak.
Dopo avere visto gli scavi di Malia e Gournia ed avere passeggiato tra le rovine di abitazioni rurali e templi minoici, arrivare a Festo e Cnosso ci ha delusi: nel primo saltano agli occhi le coperture in cemento armato su anfore e colonne, nel secondo molti spazi sono interdetti alla visita perchè pericolanti e la criticata ricostruzione dei palazzi annulla ogni possibile magia… non si ha più la sensazione di calpestare lo stesso suolo che più 4000 anni fa ha visto nascere una delle civiltà più eleganti e raffinate della storia, ma piuttosto di entrare in una scenografia finta ricostruita unicamente per attirare turisti…
Ci convinciamo presto di avere scelto il modo migliore per visitare Creta, in kayak, perché dal mare l’isola è molto più bella!
Vi abbiamo parlato delle tartarughe, dei grifoni e delle capre?
Soltanto dal mare potevamo goderci uno spettacolo naturale tanto seducente.
I grifoni, che forse sono aquile o forse uccelli mitologici (studieremo al rientro!), hanno volteggiato sui promontori rocciosi, brulli e disabitati, sia sulla costa settentrionale che su quella occidentale; hanno attirato la nostra attenzione con il loro volo leggero, continuo e circolare, senza mai battere le ali piumate seguivano le correnti ascensionali e protendevano il collo bianco verso il basso alla ricerca di possibili prede. Una prima volta sei, un’altra dieci esemplari hanno stagliato le loro figure in alto nel cielo, lontane ma possenti ed un poco inquietanti… devono esserci tanti conigli selvatici a Creta, come quelli che in gran numero abbiamo trovato sull’unica isola dell’arcipelago cretese sulla quale abbiamo pernottato durante il periplo, Imeri Gramvoussa, e che alla sera hanno riempito la spiaggia delle loro orecchie lunghe e pelose.
Anche agnelli e capretti devono essere per loro delle facili prede ma questo non è periodo di nascite e sulle pareti rocciose a picco sul mare abbiamo visto pascolare tranquillamente solo grossi esemplari dal pelo lungo e scuro: pecore e capre si arrampicano lungo sentieri praticabili solo dai loro zoccoli e scendono spesso fino all’acqua per leccare il sale che rimane sugli scogli. Una volta siamo stati sorpresi da un grosso caprone che sbucava da una grotta poco sopra i nostri kayak e che annunciava fiero la sua presenza facendo tintinnare il campanaccio appeso al collo… la sera ci siamo divertiti spesso a seguire le loro evoluzioni lungo i versanti più scoscesi della montagna e talvolta ci siamo preoccupati di vederle precipitare in mare, tanto sembravano sospese nel vuoto.
Se non abbiamo incontrato i delfini, che pure frequentano le acqua cretesi, siamo stati così fortunati da intrecciare la nostra rotta con quella delle tartarughe di mare: tutta la costa sabbiosa settentrionale è disseminata di nidi, resi ben visibili dai volontari con tre piedi in ferro e bassi recinti in paglia per proteggere la cova da predatori e ombrelloni e per facilitare la corsa verso il mare dei piccoli; anche sulla spiaggia di Nikos abbiamo trovato un nido, ben indicato e protetto, ma l’incontro più incredibile è avvenuto nella costa meridionale, a Loutro e Agios Markos, dove la costa alta e rocciosa, quasi del tutto priva di spiagge sabbiose, non è tanto praticata dalla tartarughe marine.
La prima ha fatto capolino dalle acque tra gli scogli mentre noi stavamo pranzando sotto il caldo africano di quella giornata di bonaccia, l’ultima prima dell’arrivo del Meltemi, e sembrava curiosa di capire quando ce ne saremmo andati dalla "sua" spiaggia; la seconda è invece passata tra i nostri due kayak, volando poco sotto il pelo dell’acqua come fosse completamente sola in mare e non si è curata di noi per molto tempo ancora, dandoci il tempo di seguirla, di filmarla e di scattarle qualche foto…
E’ stato un incontro ravvicinato molto emozionante che ci ha confermato una volta di più la ricchezza del mare greco e la bellezza di un viaggio in kayak!


Posted the 15th of September on the "Three men on the boat" blog:
Waiting for the radio party, we like to send a last closing post... perhaps someone can feel the desire to try a sea kayak adventure trip!
Still having three days free, we passed from the sea travellers to the land tourists: withdrawn the car from the harbour parking, in the meantime became a regular parking with a bar at the entry and a daily tax, we wonder to visit the island, its famous archaeological sites and its rustic and popular kantinas.We first visited Malia and Gournia sites to walk between ruins of rural residences and minoic temples. Festo and Cnosso disappointed us: in the first one they put reinforced concrete up to amphoras and columns, in the second many spaces are interdicted. Above all the criticized reconstruction of the minoic palace annuls the magical atmosphere: you can't feel to walk on the same ground of more than 4000 years ago, when and where was born one of the most elegant and refined civilizations of the ancient world, but you just feel to enter in a false scenography entirely reconstructed to attract tourists.
We immediately convince us to have chosen the best way to visit Crete, by kayak: the island from the sea is really more beautiful!We'd like to speak about turtle, griffons and goats?
Only travelling from the sea, we could enjoy such a seductive natural show.
The griffons, perhaps eagles or mythological birds (we will study at home!), circled on the rocky and uninhabited promontories, both on the northern and western coast; they attracted our attention with their light, continuous and circular flights, without never beating their wings, following the ascensional tides and stretching out the white neck to the search possible preys. First time six, another ten griffons imprinted their figures on the sky.
Rabbits, lambs and kidskins must be easy preys for griffons.
Sheep and goats climb along unpracticable paths and they often go down up to the water to lick the salt remained on the rocks. Once a tiime, we were amazed from a big he-goat, emerged from a cave straight above our kayaks, announcing its presence with a continuos tinkle of the suspended cowbell on its neck.
We have not met the dolphins, but we were lucky enaugh to crossbreed some big sea turtles: the northern sandy coast is disseminated of turtle nests, made visible by the volunteers with iron protection to facilitate the run toward the sea of the baby turtles; the most unbelievable meeting happened in the southern coast, in Loutro and Agios Markos, where the tall and rocky coast, almost entirely deprived of sandy beaches, it is not very practiced from the sea turtle.
The first one appeared on the water among the rocks while we were taking lunch, under the warm African sun, and it seemed curious to understand when we would have gone "its" beach; the second passed among our two kayaks, flying on the surface like it was completely alone into the sea, giving us the time to follow and to film it.
All those excited meetings confirmed us once more time the wealth and beauty of the Greek sea and the adventurous spirit of a sea kayak trip!

sabato 30 ottobre 2010

Summary 12 - Meetings and friends

Pubblicato sul blog di "Tre uomini in barca" il 9 settembre colo titolo "Incontri di viaggio":
Cari amici della Barca, abbiamo oramai completato il periplo in kayak dell’isola di Creta e a dirla tutta siamo anche rientrati a casa, dopo un viaggio di due giorni in traghetto e poi in auto, poi ancora in traghetto ed ancora in auto: 10 ore da Ancona a Milano vi sembrano poche?
Ci fa però piacere inviarvi ancora qualche post su Creta perché ci ha davvero stregati.
Oltre al mare, alle coste e al vento, Creta ci ha colpito per il carattere della sua gente: cordiali con i turisti e gli stranieri, aperti e curiosi, mai infastiditi dal fatto che occupiamo i loro spazi ma piuttosto contenti di saperci interessati alla loro terra.
Una sera due sub ci hanno offerto della frutta fresca ed hanno intrattenuto con noi una piacevolissima conversazione; un’altra volta abbiamo trovato un fazzoletto di carta lasciato sul kayak con un messaggio incoraggiante: "Dear friends, have a good trip and wish to have the wind with you"; una mattina un ragazzo si è avvicinato timidamente ai kayak per dirci ancora in inglese "Your trip is a dream"; ovunque domande interessate sul nostro viaggio, complimenti di varia natura ed indicazioni preziose su dove mangiare e bere nei paraggi.
Per non parlare della strana solidarietà che scatta tra turisti di varia provenienza in viaggio sulla stessa terra che in più occasioni ci ha fatto conoscere personaggi davvero curiosi; un giorno che eravamo indecisi se riprendere il mare (battuto dalle onde) o restarcene a terra (battuta dal vento) ci siamo imbattuti in un folto gruppo di tedeschi comodamente sistemati in una serie di piccole casupole sulla spiaggia: noi occupiamo con tutti le nostre "masserizie" il loro cortiletto di tamerici ed in un momento di totale scoramento, quando il vento fa turbinare la sabbia fine dentro gli occhi chiusi, io appendo l’amaca ai due rami più forti e mi godo un lungo riposino pomeridiano… Nonostante siano tedeschi, gli "amici" non fanno una piega, anzi ci cominciano a chiedere dove vogliamo andare (come per dire, c’è troppo vento, restate qua con noi) e quando siamo finalmente pronti per risalire in kayak fanno una cosa assurda che ci lascia a bocca aperta, specie perchè non si addice affatto a dei glaciali tedeschi: accendono lo stereo a tutto volume e mandano una compilation di musica italiana e si sbracciano in calorosi saluti sulle note di "Gente di mare, che se ne vaaaaaa"… "Perfect song" gli urliamo dai kayak e loro si sbellicano dalle risate… pensiamo allora che forse non sono tedeschi, o più semplicemente che non tutti gli stereotipi sui popoli sono giusti!
Una mattina che sistemavamo con calma ogni cosa nei gavoni dei kayak, un bel signore dalla folta barba bianca ci ha avvicinati per dirci una frase ricorrente e che altre volte ci hanno rivolto durante il viaggio: "Italiani e Greci, stessa faccia, stessa razza"! Quando chiediamo un frappè glikò megala (caffè freddo zuccherato con latte) si compiacciono sempre tutti delle poche parole di greco che mastichiamo a fatica… e spesso le chiacchierate più interessanti sono state quelle allacciate in due o tre lingue diverse, come con il vecchio Kostas, lui che parlava fitto in greco e disegnava i numeri in aria e noi che rispondevamo in italiano. Anche con Nikos e Maria ci siamo capiti alla perfezione: quando ci ha cercato la Guardia Costiera eravamo appena sbarcati vicino alla loro capanna sul mare e loro ci hanno accolti come due naufraghi alla deriva: hanno parlato loro con i militari, hanno fatto da interpreti per tranquillizzarli sulle nostre condizioni, hanno insistito perchè partecipassimo alla loro festa, hanno più e più volte riempito i nostri piatti ed i nostri bicchieri, hanno voluto sapere i nostri nomi e tante cose sul nostro viaggio e alla fine della serata ci hanno riempito di regali, come si conviene con degli ospiti di riguardo: dolci e cioccolata, due grosse conchiglie e soprattutto un pesce fossile trovato nella baia e conservato insieme a vari altri esemplari da Nikos… un’accoglienza calorosa ed impagabile! Chiudiamo questo viaggio con la soddisfazione di avere conosciuto non solo l’isola ma anche i suoi abitanti, insieme marinai e montanari, pescatori e pastori, contadini e albergatori… forse è vero che Creta più che un isola è un continente: i Cretesi non sembrano isolani ma cittadini del mondo ancorati nel cuore del Mediterraneo.


Posted the 9th of September on the "Three men in the boat" blog:
Dear friends, we've already completed the periplus of the Crete island and we also come back home, after a two day traver by ferry and by car, then by ferry and by car again: 10 hours from Ancona  to Milan! We'd like however send you some posts about Crete because we loved the island, the coast, the wind and the people!
Cordial with the tourists and the foreigners, open and curious: two divers offered us some fresh fruit and we had a pleasant conversation; some days later, we found a paper left on the kayak with an encouraging message, written in english: "Dear friends, have a good trip and wish to have the wind with you"; one day a boy has timidly drawn up the kayaks to tell us in English "Your trip is a dream for me"; everywhere we heard interested questions about our trip, congratulations and precious indications about eat&drink.
We also found an interesting solidarity between tourists.

In Frangolkastelo we were undecided whether to come back the the sea (beaten by the waves) or to stay on the beach (beaten by the wind); there were a thick group of German comfortably housed in a series of small bungalows on the beach: we occupied their little garden and in a moment of total discouragement, when the wind put the sand even into the closed eyes, I hung up the hammock for a long afternoon siesta. The Germans started to ask where we wanted to go (to suggest there was too much wind and it was better to remain there); when we finally decided to pick up the kayaks, they turned on the radio with an Italian music compilation: "Perfect song", we shouted them from the kayaks!
In Elafonissi, a gentleman with a long white beard has approached us to say a recurrent sentence: "Italian and Greek, same face, same race!"
When we asked a frappè glikò megala (cold sweet coffee with milk) they always delighted those few  Greek words: we had the most interesting conversations in two or three different languages.
We close this trip with the satisfaction to not only have known the island but also its inhabitants, fishermen and shepherds, farmers and hotel keepers... maybe it is true that Crete is more than an island, it is a continent: the people tgere live not only on an island but into the heart of the Mediterranean.

venerdì 29 ottobre 2010

Summary 11 - North coast

Pubblicato sul blogo di "Tre uomini in barca" l'8 settembre col titolo "Costa settentrionale":
E ci riusciamo: concludiamo il periplo di Creta in 30 giorni esatti!
Abbiamo pagaiato sempre, con tutte le condizioni di mare possibile, dalla calma piatta alla burrasca sottocosta e siamo arrivati incolumi a destinazione: entriamo nel porto di Iraklion il 31 agosto e sbarchiamo sullo stesso scivolo dal quale eravamo partiti 30 giorni prima!
E’ una bella sensazione quella di concludere il giro intorno ad un’isola, un viaggio che nasce e finisce nello stesso luogo, un po’ come la quadratura del cerchio…
Abbiamo avuto ancora un paio di giorni di vento forte, sempre contrario, con onde alte che a volte nascondevano l'orizzonte e le isole dell'arcipelago (perché Creta è un arcipelago, con una ventina di isole, isolette e scogli che circondano l'isola madre); così un giorno ci siamo guardati ed in un attimo abbiamo deciso di tagliare il golfo di Sitia e di puntare diretti sul capo opposto per guadagnare un po’ di mare, saltando su e giù per le onde e aspettandoci il peggio sotto il capo: le onde che da oltre una settimana battono contro l'alta costa rocciosa, quando ritornano in mare aperto creano quella che noi chiamiamo in gergo "lavatrice" e che forse rende bene l'idea di dove ci siamo infilati... dura poco, però, un paio d'ore e poi solo vento contrario.
Insomma, il peggio sembra finalmente passato e noi ci prepariamo a concludere gli ultimi due-tre giorni di navigazione con le previsioni che danno "solo" mare mosso!
La costa settentrionale di Creta è però poco adatta ad un viaggio in kayak: quando è selvaggia lo è davvero troppo e non consente gli sbarchi nelle cale rocciose e quando è abitata lo è sempre troppo e non permette di scendere tra sdraio ed ombrelloni perfettamente allineati sulle spiagge.
Fortuna che si incontrano ancora paesini di pescatori fuori dalle rotte turistiche, come Mochlos o Mironikitas, dove la vita sembra scorrere ancora secondo i lenti ritmi cretesi; noi raggiungiamo il primo come un’oasi, perché navighiamo finalmente senza vento e senza onde dopo tanti giorni di mare agitato, ed il secondo come un miraggio, perché la taverna che ci aveva attirati a terra è invece miseramente chiusa e la scarpinata in collina si rivela presto vana.
Ma non del tutto: conosciamo infatti il vecchio Kostas e trascorriamo un’altra serata indimenticabile in compagnia di questo cretese tanto ospitale, aperto e vivace da farci venire voglia di ricominciare il giro dell’isola in senso inverso!
Inoltre, nel giorno in cui abbiamo pagaiato di più (ben 47 km, ben 17 in più delle percorrenze medie giornaliere di 30 km!) per scovare un luogo appartato per la nostra tenda tra la selva di stabilimenti balneari e resort e discoteche e parchi acquatici e navi da crociera ancorate nel porto di Agios Nikolaos, ci rifugiamo in un caletta isolata sulla bella penisola di Spinalonga, poco oltre la città ma abbastanza lontana da annullare i suoi rumori e capiamo altre cose sui cretesi.
Sono capaci di farsi delle belle scarpinate per andare a pescare nei luoghi più appartati; conoscono ed apprezzano i posti più belli della loro bellissima isola e se non li possono raggiungere a piedi si avventurano in barca, a remi o a motore; nel complesso, ci sembra che i greci, ed i cretesi in particolare, sappiano apprezzare molto più degli italiani il mare, il sole e le spiagge.
Sapete come fanno il bagno greci e cretesi? Si piazzano un cappello in testa, di paglia le donne e di tela gli uomini, tipo giocatori di baseball, e si immergono in acqua; fin qui niente di strano, ma loro sono capaci di rimanere a mollo per delle ore, tanto che a volte abbiamo salutato bagnanti che erano in mare da quando noi ci eravamo svegliati e che erano rimasti a mollo per tutto il tempo in cui noi avevamo smontato il campo, fatto colazione e preparato i kayak, solitamente due o tre ore... e mentre pagaiavamo al largo lasciando la spiaggia loro sembrava non avessero nessuna intenzione di uscire dall'acqua! Un solo lunghissimo bagno della durata dell'intera giornata! Se ne stanno lì a chiacchierare e galleggiano più del normale, con la testa il collo e parte del petto fuori dall'acqua; sarà che alcuni hanno le pinne ed i bambini sono spesso dotati di braccioli colorati, ma per lo più nuotano all'in piedi e parlano, parlano e parlano... ci hanno fatto venire in mente la pastina di Mafalda, con tutte quelle testoline che spuntano dal mare come la pastina, appunto!
A volte, avvicinandoci alla costa, abbiamo fatto fatica a capire se si trattava di boe o di bagnanti, perché spesso se ne rimangono immobili nell'acqua come se fossero addormentati... ma poi si ridestano e quando passiamo accanto ai loro cappelli ci salutano sempre con un allegro "Yassas", che è il saluto cretese.
Pagaiando, pagaiando abbiamo ormai completato il periplo dell'isola!


Posted the 8th of September on the "Three men on the boat" blog:
And we did it: let's conclude the Crete's periplus exactly in 30 days!
We paddle every day, in every sea conditions, from calm to storm, and we arrived to destination: let's enter into the Iraklion's harbour on 31th of August to land in the place from where we started 30 days before! This is a beautiful feeling: conclude the periplus of an island, a trip borned and ended in the same place, something like to square the circle.
We still had a couple of days of strong wind, with tall waves to close the horizon and the islands of the archipelago (Crete is a really archipelago, with about twenty islands and islets around the largest island); one day we decided to paddle offshore the Sitia bay to aim directly the opposite head, jumping up and down the waves and waiting for a "washing machine" under the rocky cliffs: a couple of hours to cross and after that just a contrary wind.
We're preparing now to conclude the last two-three days of navigation with the weather forecasts saying "only" rough sea...
The northern coast of Crete is however not so good for a sea kayak trip: where it is wild, it is too much wild indeed, and it is impossibile to land along the rocky coast; where it is inhabited, it is too much inhabited, and it impossible to land among beach umbrellas and deck chairs.
But there still are some fishermen villages out of the tourist routs, as well as Mochlos or Mironikitas, where life seems to flow according to the slow greek rhythms; we reach the first one as an oasis, because we finally paddle without wind after so many windy days, and the second as a mirage, because the tavern that attracted us was miserably closed and the walk up to the hill reveals soon completely vain.
But not entirely: there we met the old Kostas and spent another unforgettable evening together with that man, so hospitable that we thought to restart the periplus of the island in the opposite wise!
Besides, there was a day when we paddled for 25 miles, 10 more than the daily legs: we wanted a place apart form the resort and discos and aquatic parks and cruise ships anchored in the Agios Nikolaos harbour, so we found a sheltered beach on the beautiful peninsula of Spinalonga, distant enough from the city to annul its noises.
Do you know how the Greek go for a swim? They put on a hat, straw for women and cloth for men, like baseball players, and they dipped in water; they are able to remain there for hours, a long solo swim! They chat more and more while they float, with the head the neck and part of the breast out of the water; they suggest us the sea soup of Mafalda, with all those  little heads that sprout from the sea...
Paddling and paddling we completed the periplus of the island!

giovedì 28 ottobre 2010

Summary 10 - East coast

Pubblicato sul blog di "Tre uomini in barca" il 3 settembre col titolo "Costa orientale":
Sembra che il Meltemi non voglia farci passare l’estremità orientale di Creta: si accanisce da giorni sui nostri due kayak con raffiche continue da 50-60 km orari, ovviamente sempre contrarie!
Abbiamo però nel frattempo imparato a conoscere bene sia la costa che il mare e così cerchiamo di sfruttare a nostro vantaggio l’orografia del terreno, avanzando al largo quando i monti ci proteggono e tornando a pagaiare sotto costa quando invece rimaniamo esposti lungo le vallate pianeggianti…
In alcuni casi è stato però davvero impegnativo pagaiare in un mare che le previsioni meteo davano in tempesta con venti 8 Beaufort, tanto che un giorno, nel golfo di Ierapetra battuto da raffiche violente, ci ha avvicinati un motoscafo da 150 cavalli con il secondo pilota legato in sicurezza con un moschettone all’asta dello sci nautico: volevano sapere se avevamo bisogno di aiuto, ma tra quelle onde loro sembravano più spaventati di noi… li abbiamo ringraziati con due ampi sorrisi di diniego.
Passando invece per Capo Sideros, l’estrema punta nord orientale dell’isola, questa con un vero faro di pietra sulla costa rocciosa battuta dal vento e dal mare, conosciuta come decisamente pericolosa per la navigazione, ci siamo trovati tra montagne d’acqua che frangevano spumeggianti sui nostri kayak ed avanzare è stato davvero molto lento e faticoso.
Sperando poi di trovare rifugio nella prima cala ridossata dal vento e dalle onde, ci siamo imbattuti invece in una base militare non segnalata sulle mappe ed i tre ragazzi di guardia ci hanno ovviamente vietato lo sbarco, ordinandoci cortesemente di proseguire fino alla baia successiva: altri 5 km di mare mosso, quando ormai stava calando la sera e di notte navigare senza vedere niente non è poi così piacevole!
Ma per nostra fortuna abbiamo scovato una micro-spiaggetta di sabbia e poco dopo ci siamo ritrovati la Guardi Costiera in tenda: i militari dovevano averla attivata per capire che fine ci avevano fatto fare.
L’ospitalità dei locali è stata eccellente e nonostante tutto abbiamo passato una serata indimenticabile con Nikos ed i suoi amici, intorno ad una tavola imbandita di manicaretti cretesi, carne di coniglio selvatico e tortine di formaggio fatte in casa, dolci vari, cocomero e raki.
Tra tanti sale-scendi in mezzo alle onde, abbiamo comunque trovato il modo per visitare gli scavi archeologici di Kato Zakros, il quarto palazzo minoico dell’isola, “nascosti” dietro le quattro taverne che ornano insieme ad altrettante barchette colorate l’ampia insenatura naturale sul mare dalla mille sfumatura di turchese.
Ci delude invece la spiaggia di Vai, con la sua foresta di palme che la leggenda vuole nata dai semi dei datteri “sputati” dai pirati e che campeggia su tutte le cartoline dell’isola: la sua atmosfera esotica è infatti rovinata dalla presenza dei giochi acquatici e di ben 6 file di ombrelloni, la cui unica qualità è quella di avere i cappelli non di tela ma di foglie di palme intrecciate.
La troppa confusione ci spinge a riprendere subito la navigazione, nonostante il Meltemi continui impassibile ad imbiancare il mare… mancano ancora diversi giorni e ne abbiamo tenuti tre di “scorta” in caso di necessità, ma vorremmo fare il possibile per terminare il periplo dell’isola nel tempo previsto di 30 giorni, sperando nella clemenza del vento e del mare…


Posted the 3rd of September on the "Tree men on the boat" blog:
It seems the Meltemi doesn't leave us to pass the oriental extremity of the island: it blows furiously for days around our two kayaks with 27-32 knots!
We now know the coast and the sea and so we try to advance offshore when the mountains protect us and to paddle near the coast when the wind rises.
Some days it was very difficult to paddle with winds 8 Beauforts: in the Ierapetra bay there were violent gusts, and a motorboat approached us to know if we needed help, but into that sea they seemed more frightened than us...
Passing Head Sideros, the extreme north-oriental point of the island, with a true stone lighthouse on the rocky coast, exposed to the wind and to the sea and known as decidedly dangerous for the navigation, we met mountains of water, broking foamy on our kayaks: paddled there was very slow, difficult and fatiguing indeed.
We hoped to find a shelter bay just behind the head, but unfortunately there was a military base, not signalled on the maps: three boys have obviously forbidden us to land there and have kindly ordered us to continue up to the next bay: more than 3 miles on rough sea, at the sunset!
We fortunately roused one little sandy beach and suddenly the Coast Guard appeard to understand if we were ok. The hospitality of Nikos and its friends was excellent and we spent in Ormos Tenda an unforgettable evening, around a table full up with greek dishes, meat, cheese, sweets, watermelon and raki.
While we paddled up and down the waves, we have had also the opportunity to visit the archaeological site of Kato Zakros, the fourth minoic palace of the island, "hidden" behind the four taverns that adorn the ample bay with some colored local fishing boats.
The Vai beach disappointed us, with its palm grove, that the legend says borned by the date seeds "spit out" from the pirates: its exotic atmosphere is compromised by the presence of the aquatic games and of 6 lines of beach umbrellas, whose unique quality seems to have not the textile hats but made in palm leaves. The big confusion immediately pushes us to come back to the navigation, despite the Meltemi continues to bleach the sea.

We calculated three days "more" in case of emergency, but we would to finish the periplus of the island in 30 days, hoping in the clemency of the wind and of the sea.

mercoledì 27 ottobre 2010

Summary 9 - South coast

Pubblicato sul blog di "Tre uomini in barca" il 2 settembre col titolo "Costa meridionale":
Eccoci di nuovo in collegamento!
Pensavate forse che avessimo fatto naufragio? Invece, solo un naufragio informatico, qualche problema di connessione e niente più…Ora che siamo già arrivati ad Iraklion sani e salvi, vogliamo comunque inviare i messaggi che avevamo preparato nel corso del viaggio per la Barca: ecco il primo, gli altri nei prossimi giorni, internet permettendo!
Abbiamo avuto qualche problema con la connessione Internet e riusciamo ad inviare un nuovo post soltanto oggi (22 agosto) che il Meltemi, il forte vento di nord ovest che sta alimentando gli incendi in Grecia, ci costringe a terra vicino ad un villaggio turistico di gran lusso con ristorante sulla piscina ed area wi-fi sotto al patio.
La costa sud-occidentale di Creta ci è piaciuta tantissimo: rocciosa, brulla e poco antropizzata
Pochi villaggi e tante belle spiagge, molte raggiungibili solo via mare; in questi casi, noi siamo decisamente avvantaggiati e, anche se impieghiamo del tempo in più rispetto ai barconi turistici, possiamo poi scegliere di proseguire o di accamparci per la notte quando tutti vanno via.
A Creta il campeggio libero è formalmente vietato ma non solo è generalmente tollerato ma è anche ampiamente praticato dagli stessi cretesi che, da veri conoscitori della loro bella isola, scelgono le cale più isolate ed accogliente per disporre le tende all’ombra delle tamerici.
Così abbiamo pernottato a Sougia, dove la lunga spiaggia di ciottoli scuri ospita un vero campeggio libero "organizzato", con tanto di doccia di acqua dolce (sempre calda perché i tubi scuri si arroventano al sole!).
In realtà, tutte le spiagge libere sono dotate sempre di una doccia e spesso le taverne offrono gratuitamente agli avventori lettini ed ombrelloni.
Ad Agia Roumeli, invece, abbiamo fatto in modo di sbarcare nel primo pomeriggio per concederci un’escursione a piedi nelle famose Gole di Samaria, patrimonio dell’Unesco per unicità e spettacolarità: le “Porte di ferro”, nel cuore del parco naturale, sono larghe appena tre metri ed il torrente scorre tra pareti rocciose alte fino a 300 metri; lo stretto passaggio è reso oltremodo suggestivo dal sentiero di massi sistemati nell’acqua a giusta distanza per facilitare gli escursionisti.
Loutro ci ha un po’ deluso: il paesino di casette bianche e blu disposta a mezza luna sulla baia protetta e suggestiva, non ci lascia sbarcare perchè la spiaggia, molto piccola a dire il vero, straripa di ombrelloni e bagnanti; tuttavia, nella caletta poco oltre facciamo una indimenticabile sosta per il pranzo e vediamo una tartaruga marina che si attarda a curiosare tra gli scogli affioranti nell’acqua cristallina.
Se il turismo organizzato ci respinge, la natura libera ci accoglie!
L’arrivo a Matala è spumeggiante: dobbiamo sbarcare tra le onde frangenti e attiriamo la curiosità di qualche bagnante; volevamo visitare quel piccolo borgo marinaro dalle atmosfere hippy e tra le bancarelle di ceramiche colorate e tessuti dipinti mangiamo la "pita giros" più buona del viaggio.
Quando passiamo l’estremo capo meridionale dell’isola abbiamo l’impressione che il mare voglia mangiare la terra, per quanto le onde salgono sugli scogli digradanti della costa. Anche questo fare potrebbe concorrere per il titolo di "lilliput-faro"!
Il resto della costa sembra non esistere: le guide non ne parlano e sulle carte non sono quasi segnati neanche i villaggi costieri, per non parlare dei porti. Un paio di giorni fa siamo così finiti nel "paese che non c’è": una manciata di case abbarbicate alla costa rocciosa dal nome fiabesco, Tris Eklissis, con murales colorati sui balconi e persino sulle cabine spogliatoio della spiaggia libera attrezzata.
Usciti dal riparo fornito dagli alti monti che sovrastano la costa, siamo incappati nel Meltemi e oggi siamo purtroppo fermi a Ferma, un anonimo paesino della costa sud-orientale fuori dalle rotte turistiche straniere, la cui unica attrattiva sembra essere l’immensa distesa di serre.
Siamo a due terzi del viaggio, abbiamo pagaiato ininterrottamente per 20 giorni ed appena il vento ce lo permetterà riprenderemo la navigazione per tentare di completare il periplo negli ultimi 10 giorni rimasti.


Posted the 2nd of September on the "Three men on the boat" blog:
We're on line again! Do you think about a shipwreck? Just a computer shipwreck, some problems with the internet connection and nothing more. We're arrived in Iraklion in the meanwhile and we want to post the messages already prepared during the trip: here it is the first one, the others in the next days, internet permitting!
We have had some problems with the internet connection and we succeed in sending a new post today (the 22nd of August): the Meltemi, the strong wind of north west that is setting on fire Greece and Peloponnessus, forces us to land near a tourist villagewith a big luxury restaurant, swimming pool and wi-fi area.
We loved the south-western coast of Crete: few villages and so many beautiful beaches, many of them reachable only by the sea; in these beaches, we have a big privilege in comparison to the other tourists because we can choose to go away or to remain and camp.
Free camping in Crete is formally forbidden but it is generally practised.
So we sleep in Sougia, where the long beach of dark pebbles entertains a true free "organized" camping , with a sweet water shower (warm up by the sun!). In Crete, all the free beaches have a shower and the taverns usually offer free beach umbrellas and deckchairs.
We arrive in Agia Roumeli in the afternoon to have time for an excursion in the famous Samaria Gourges, Unesco patrimony for the "Iron doors", in the middle of the natural reserve, wide just three meters and tall up to 300 meters; the narrow passage is made extremely suggestive from the pathway in the water.

Loutro has bit disappointed us: the white and blue cottages on the half moon suggestive bay, doesn't allow us to land because the beach is too small; nevertheless, in another beach we have an unforgettable meeting with a big sea, appearing on the surface of the crystalline water.
The organized tourism rejects us, the free nature welcomes us!

The arrive in Matala is foamy: we must land in a surf zone and we attract the curiosity of some swimmers; we wanted to visit that small village with the hippy atmospheres and in the center, among colored ceramics, we eat the best "pita giros" of the trip.
When we pass the extreme southern head of the island we have the sensation that the sea wants to eat the land: the waves climb on the descending gradually rock coast. We meet a new "lilliput-lighthouse"! The rest of the coast seems to not exists: the touristic guides don't speak of it and the maps don't mark the villages and the harbours. A couple of days after we so land in the "country that doesn't exist": few houses to the rocky coast with a fantasy name, Three Eklissis, with colored murales on the balconies and a organized free beach.
When we meet the Meltemi we have to stop in Ferma, an anonymous village of the south-oriental coast out of the touristis rout: the only attraction seems to be the infinite greenhouses.
We uninterruptedly paddled for 20 days and as soon as the wind allows us, we will back the navigation to try to complete the periplus in the last 10 days.

martedì 26 ottobre 2010

Summary 8 - West coast

Pubblicato sul blog di "Tre uomini in barca" il 13 agosto col titolo "Costa occidentale":
Meno entusiasmante di quanto immaginassimo, con una costa rocciosa e frastagliata a tratti occupata da centinaia di serre e di agrumeti, nasconde comunque luoghi di incredibile bellezza.
Raggiungiamo la lunga spiaggia di Falassarna, tra le più frequentate dell’isola per la sua acqua turbolenta e dalle mille gradazioni di blu, in una giornata di forte vento e le onde spumeggianti che frangono rumorose sulla costa sabbiosa ma incredibilmente ripida ci inducono a proseguire un poco oltre: scopriamo così una taverna affacciata sul mare dove mangiamo talmente bene da decidere di trattenerci anche per cena, approfittando anche della musica dal vivo della vicina festa popolare.
Il giorno dopo, per fare spesa, ci inerpichiamo su per il piccolo borgo di Sfinari, un paese come sospeso fuori del tempo, con una manciata di case lungo l’unica strada panoramica che sale tra gli uliveti: un solo kafenio col gestore simpatico, grasso e tatuato che allaccia un’improbabile conversazioni in “itagrechese”, miele del luogo esposto vicino alle arnie del cortile dove all’albero più frondoso è legato non il cane ma il caprone, grandi anfore azzurre sui balconi e balle di fieno e ceste di cipolle accanto ai pick-up, unico mezzo possibile per queste zone montuose ed impervie sulle quali svettano decine di pale eoliche.
Una serie di bassi promontori delinea la costa fino all’estrema punta meridionale e sembra che il mare si sia accanito sulla roccia lavica che resiste sui bassi fondali ma che è stata sfilacciata in forme contorte ed un poco inquietanti: sembra un paesaggio lunare, se non fosse per il mare profondo e scuro, in questo tratto evidentemente pescoso perché come i molti pescherecci locali anche noi sbarchiamo con i pozzetti carichi di occhiate per la cena!
L’ultimo capo nasconde una delle spiagge più belle di Creta: Elafonissi.
Giustamente famosa per la sua acqua turchina dalle tonalità caraibiche che lambisce spiagge di finissima sabbia rosata, è purtroppo “occupata” da truppe di bagnanti che vi arrivano dalle vicine località turistiche in battello e che approfittano delle due o tre taverne affacciate sul mare libico che offrono gratuitamente (come in tutta la Grecia) ombrelloni e lettini.
Solo la mattina presto riusciamo a goderci una passeggiata nelle acque basse che dividono l’isola madre dalla piccola isola protesa verso sud: guadiamo il piccolo stretto senza bisogno di nuotare, l’acqua raggiunge a mala pena il ginocchio e tutto il mare sembra solo per noi.
Lasciare Elafonissi non è stato facile ma ormai le prue dei nostri kayak hanno virato verso est e ci attende la lunga e ventosa costa meridionale… il viaggio continua e l’entusiasmo aumenta…


Posted the 13th of August on the "Three men on the boat" blog:
The west coast of Crete is not as enthusiastic as we imagined, with hundreds of greenhouses and orange trees, however with places of unbelievable beauty.
We reach the long beach of Falassarna, on of the most frequent beach of the island for its turbulent water and the thousand gradations of blue; we arrive in a day of strong wind and the foamy waves break noisy on the sandy and incredibly tall coast: so we paddle ahead and we discover a tavern leaned out on the sea where we eat so well that we simply decide to have lunch and dinner too, hearing popolar music and eating fresh fish.

The day after, we have to do shopping so we climb at the top of the small village of Sfinari, suspended out of the time, with a few group of houses along the only panoramic road between olive trees: a kafenio with the nice, fat and tattooed manager that laces an unlikely conversations in "Ita-Englis-Greek", honey exposed in the courtyards, great blue amphoras on the balconies and baskets of onions close to the pick-ups.
A series of low promontories delineates the coast up to the extreme southern point and it seems that the sea has attacked furiously the lava rock that has been frayed in twisted and anxious forms: it seems a lunar landscape. The last head hides one of the most beautiful beaches: Elafonissi.
Famous for its turquoise water and rosy sand, it is unfortunately full of swimmers, arrived there by boat from the near tourist places. The day after, early in the morning, we enjoy a walk in the low waters that divide the mother island from the small islan. It was not easy to leave Elafonissi but we turn our kayaks on east direction and the long southern coast is attending us... the trip continues and the enthusiasm increases.

lunedì 25 ottobre 2010

Summary 7 - The island's peninsulas

Pubblicato sul blog di "Tre uomini in barca" l'11 agosto col titolo "Promontori isolani":
Pranziamo sul set cinematografico di Zorba il Greco, la bella spiaggia di sabbia bianca dove è stata girata la scena del sirtaki danzato da Antony Queen.
Ce lo meritiamo, visto che abbiamo appena superato il pronunciato promontorio di Akrotiri completamente esposto al vento proprio in una giornata in cui il Signor Meltemi ha deciso di darci un assaggio della sua potenza e ha soffiato ad oltre 50 km orari, in direzione ovviamente contraria!
Quello che per secoli è stato il rifugio prediletto per monaci ed eremiti, è oggi un aeroporto civile e militare molto trafficato, ma la penisola calcarea è ricca di fenomeni carsici e ha saputo mantenere inalterato nel tempo il suo fascino selvaggio di luogo aspro ed inaccessibile.
Montiamo il campo sulla spiaggia di ciottoli di un profondo canyon cui si accede quasi solo via mare, oppure attraverso un impervio sentiero percorso solo da pochi avventurosi escursionisti: i 13 ragazzi greci che hanno acceso il fuoco tra gli oleandri fioriti ci hanno poi offerto due gustose braciole alla griglia… cortesie tra vicini di tenda.
Tra onde spumeggianti che oltre a farci avanzare ci fanno anche andare parecchio su e giù, raggiungiamo il giorno seguente la bella cittadina di Hania, il cui porto ci ha lasciati un po’ perplessi perché l’ingresso è parzialmente ostruito da una bella manciata di scogli affioranti mal segnalati.
La storia della città è curiosa ed emblematica: i saraceni hanno trasformato le chiese in moschee e i campanili in minareti, due secoli dopo i bizantini hanno ritrasformato le moschee in chiese ed i minareti in campanili.
Il risultato di questo trasformismo architettonico, durato per altri secoli ancora con i veneziani ed i turchi, è un piacevole puzzle di stili e di confessioni che ad Hania ha raggiunto il suo apice: una chiesa visibile dal porto che ha conservato sia un minareto che un campanile, esempio forse unico al mondo di pacifica convivenza religiosa.
Ci è piaciuta molto Hania e la sosta sotto i bastioni del faro alto e slanciato ci accompagna idealmente per tutta la giornata, lunga lenta e monotona, di semplice trasferimento oltre le spiagge basse e piene di alberghi, ombrelloni e bagnanti in acqua come la pastina di Mafalda!
Trasferimento necessario per “attaccare” le due corna della costa nord occidentale dell’isola, la prima alta, aspra e scoscesa, con due soli punti di sbarco che ci costringono ad un periplo a tappe forzate, su fondali profondi ricchi di spugne tondeggianti e lungo pareti decorate dalle reti gialle strappate dal mare e appese alla roccia come arazzi postmoderni; la seconda più sfinata ma altrettanto impervia e rocciosa, oltre un’ampia baia che teniamo a distanza di sicurezza perché di nuovo piena di case sulla spiaggia e serre dietro i canneti.
L’isola di Creta qui si apre su un vero angolo di paradiso: siamo arrivati ieri (martedì 10 agosto) alla fine del mondo!
Proprio sul capo del secondo promontorio si affacciano due isole molto belle, una chiamata Agria (selvaggia), l’altra Imeri (coltivata), ma sulle carte entrambe indicate come Gramvoussa; la più piccola è stata fortificata dai veneziani ed il castello sui cui ora svetta una bella bandiera greca è stato poi utilizzato dai turchi come rifugio degli ultimi corsari mediterranei, che intorno ai primi dell’800 assaltarono così tante navi che vennero presto fatti oggetto di una spedizione punitiva congiunta di inglesi e francesi… con i proventi della pirateria, la piccola comunità era aumentata fino a 6000 abitanti, compresi i prigionieri tenuti nelle grotte… ora ci sono solo conigli in libertà grossi come agnelli e diomedee notturne che strillano come bambini sgozzati.
I promontori isolani ci hanno sedotti e conquistati, così lontani dalle rotte turistiche e così accoglienti per due navigatori solitari!


Posted the 11th of August on the "Three men on the boat" blog:
We've had lunch on the "Zorba the Greek" set, the beautiful white sand beach of the sirtaki danced by Antony Queen. We have just overcome the pronounced Akrotiri peninsula, completely exposed to the Meltemi wind, blowing more than 26 knots, obviously against us!
The peninsula was a mountain refuge for monks and hermits for centuries, and it is today a civil and military airport, rich of calcareous phenomenas on the coast.

We've passed the night on the pebbles beach at the end of a depth canyon, which is entered only by sea or through an impervious path, crossed by few adventurous excursionists: the 13 Greek boys have offered then us two savoury steaks cooked on the fire.
The following day we've reached the beautiful town of Hania; its hoarbour has left us bit perplexed because the entry is partially obstructed by some not signalled rocks appearing on the surface of the sea. The history of the city is curious and symbolic: the Saracens have transformed the churches in the mosques and the bell towers in minarets, two centuries before the Byzantines have re-transformed the mosques in the churches and the minarets in the bell towers. The result of this architectural transformations, promoted for other centuries with the Venetians and the Turks, it is a pleasant puzzle of styles and confessions that in Hania has reached its apex: a central church visible from the harbour has still preserved both a minaret and a bell tower, perhaps the unique example in the world of a pacific religious cohabitation.
Weliked Hania a lot and the stop under the bastions of the tall and slender lighthouse ideally accompanies us for the day, long slow and monotonous day, a simple and necessary transfer "to attach" the two horns of the north western coast of the island: the first pensinsula is tall and steep, with just two safety points to unload that have forced us to complete the periplus in a no-stop day paddling, along a deep sea rich in green sponges and a rocky cliff decorated by yellow nets, torned by the sea and suspended on the rocks, like post-modern tapestries; the second peninsula is impervious as weel and over an ample bay the island of Crete is open on an angle of heaven: it seems to be arrived at the end of the world!

Just on the head of the second promontory two very beautiful islands they lean out on the sea, one called Agria (wild), the other Imeri (cultivated), on the maps both pointed as Gramvoussa; the smallest has been strengthened from the Venetians and the castle with the Greek flag it has been used as a cove by the last Mediterranean pirates: an incredible community of up to 6000 inhabitants is now represented by a free coomunity of rabbits, running around the kayaks at the sunset.
The island promontories have seduced us, so far from the tourist routs and so pleasant for two solitary kayakers!

domenica 24 ottobre 2010

Summary 6 - First navigation experience

Pubblicato sul blog di "Tre uomini in barca" il 7 agosto col titolo "Primi giorni di navigazione":
Stiamo finalmente entrando nello spirito del viaggio: abbiamo sempre voglia di scoprire cosa si nasconde dietro il promontorio che si staglia davanti alle prue dei nostri kayak.
Siamo passati da Bali, piccolo villaggio accoccolato in una baia protetta che ricorda solo nel nome il suo omonimo indiano… per il resto, nulla del pittoresco descritto nelle guide è stato scovato colà nella notte trascorsa sulla sua spiaggia di sabbia scura.
Abbiamo anche raggiunto e superato Rethimno, la terza città dell’isola che ha sparso il disordine dei suoi sobborghi sui colli dei dintorni; la fortezza veneziana cinquecentesca dominata da una grande cupola mosaicata si protende sul mare in posizione strategica e passandoci sotto in kayak ci viene di pensare all’ingegno semplice ed efficace degli “antichi” che hanno saputo sfruttare le barriere naturali degli scogli frangiflutti taglienti ed affioranti per proteggere l’intera struttura; noi “moderni”, invece, diamo prova di alta ingegneria soffocando il nuovo porto con una profusione di tetrapodi pesanti, sicuramente funzionali ma decisamente poco eleganti!
La costa bassa, sabbiosa ed anonima (per tacere degli stabilimenti balneari in sequenza e dei grossi alberghi sulla spiaggia…), seguita da vicino da una delle poche autostrade isolane, alquanto rumorosa dal mare, ci convince a pagaiare al largo, talmente al largo che presto ci ritroviamo in mezzo al golfo, ormai decisi a puntare direttamente sul capo opposto… chissà se la Guardia Costiera che ieri ci ha salutato dalla pilotina, oggi dimostrerebbe altrettanto compiacimento ritrovandoci qua in mezzo!
Lungo un promontorio aspro e selvaggio, tagliato fuori dalle rotte turistiche e senza nessun villaggio in vista, troviamo un piccolo porticciolo riparato e appartato che ci accoglie per la sera e per la cena: i tavoli della tipica taverna cretese affacciano proprio sul mare cristallino dove abbiamo da poco fatto un ultimo bagno, l’ultimo di questa lunga giornata di mare.
Dopo quelli inseriti durante il lungo trasferimento in auto (2 giorni di viaggio e 2 notti in traghetto, siamo arrivati un po’ stravolti!), abbiamo aggiunto i primi punti sull’isola: con questo nuovo stratagemma elettronico è possibile seguire l’avanzare del viaggio sulla mappa del localizzatore satellitare e speriamo tra 30 giorni o poco più di tornare esattamente al punto di partenza, altrimenti qualcuno dovrà venirci a cercare in mezzo al mare… magari con la BARCA di Radio Popolare!


Posted the 7th of August on the "Three men on the boat" blog:
We are finally entering into the spirit of the sea kayak trip: we always want to discover what every promontory hides. We stopped in Bali, small village crouched in a protected bay that remembers only in the name its Indian homonym... not at all the picturesque village describes in the touristic guides. We've also reached and old Rethimno, the third city of the island that has scattered the disorder of its suburbs on the hills all around; the sixteenth-century Venetian fortress, dominated
by a great dome, stretches out on the sea in a strategic position: passing there in kayak persuade us to think about the simple and effective talent of the "ancient" to exploit the natural barriers of the sharped rocks in way to protect the whole structure; the "modern", instead, we suffocat the new harbour with a profusion of heavy reinforced concrete elements, surely functionals but decidedly few elegants!
The low, sandy and anonymous coast (with private beaches and lodges on the beach in sequence) surronded by the only island highway, very noisy from the sea, convinced us to paddle offshore, directly in the middle of the gulf.
Along a wild promontory, out of the tourist routs and without any village, we finally finded a small sheltered dock that it welcomes us for the evening and for the dinner: the tables of the typical Greek tavern lean out on the crystalline sea, where we have had our last swimming, the last of this long sea kayak day on the sea.
After those inserted during the long travel to reach the island (2 days by car and 2 nights by ferry), we've added the first points on the island: with this new electronic stratagem it is possible to follow the progress of the trip on the map of the satellite messanger: we hope to exactly return to the point of beginning in 30 days or few more, otherwise someone must come to look for us in the middle of the sea... maybe with the Three men's boat!

sabato 23 ottobre 2010

Summary 5 - We finally landed on Crete

Pubblicato sul blog di "Tre uomini in barca" il 2 agosto col titolo "Siamo sbarcati":
E per ben due volte: la prima dal traghetto di linea che ci ha condotti ad Iraklion e la seconda dal kayak alla fine della prima giornata di pagaiata!
Anzi, della prima MEZZA giornata, perché riusciamo a prendere il mare solo alle 4 del pomeriggio, dopo aver passato due ore sullo scivolo del porticciolo turistico ad attrezzare i kayak di tutto punto e dopo avere buttato altre tre ore alla ricerca di una connessione internet affidabile ed economica… vi risparmiamo le traversie (e le imprecazioni di Mauro), ma grazie alla gentilezza dei commessi del negozio siamo venuti a capo di ogni problema informatico e ora possiamo postare tranquillamente seduti in riva al mare, al suono delle cicale che sembra sincronizzato col frangere delle onde sulla battigia… ah, la solitudine, il silenzio, l’oscurità: la libertà tipica di un viaggio in kayak!
Abbiamo percorso solo 18 km e la prima ora l’abbiamo impiegata per uscire dal porto, tanto era lunga la diga foranea! Poi un mastodontico stadio di cemento a chiudere la periferia del capoluogo cretese ed una centrale termoelettrica poco oltre con i tanti serbatoi dipinti a greche colorate di azzurro e arancio… insomma, un panorama poco invitante, ma tante onde spumeggianti al traverso, molti pesci voltanti sulla nostra rotta ed una decisa brezza contraria che rende lento il nostro incedere ma che al tramonto diventa calda quasi quanto l’acqua del mare!
Abbiamo montato la tenda in un angolo riparato di una spiaggia occupata da pescatori locali e dalle loro capanne dotate di ogni comfort, dai pensili della cucina sospesi sotto le tettorie alle amache tese tra i pini marittimi… la matrona ci ha salutato da lontano in italiano con un “bravi, bravi” che ci ha fatto intendere di essere stati accettati nella piccola comunità marinara… sarà una notte da sogno!


Posted the 2nd of August on the "Three men on the boat" blog:
We finally landed on Crete! Twice: the first time from the ferry from Athen to Iraklion and the second time from the kayak at the end of the first day paddling!
Rather, of the first Half day paddling, because we succeed in taking the sea at 4 o'clock in the afternoon, after having spent two hours on the slide of the tourist dock to equip the kayaks and after having waste other three hours to find an internet connection... we avoid you the problems (and Mauro cusses): thanks to the gentleness of the salesclerks of the shop we resolve every computer problems and we can now post quietly sat near the sea, with the sound of the crickets that seems syncronized with to break of the waves... ah, the loneliness, the silence, the obscurity: the tipical freedom of a sea kayak trip!
We have paddled only for 9 miles and we employed one hour to go out to the horbour, so much long is the offshore embankment! Then a mastodontic stadium at the end of the city and a thermoelettric central with so many colored tanks with Greek frets on blue and orange... in short, not an inviting panorama but so many foamy waves, many flying fishes and a contrary breeze that makes we slow but that becomes as warm as the sea water on the sunset!
We have put the tent in a sheltered beach occupied by local fishermen and with every comfort, the kitchen suspended under the canopies and the hammocks among the maritime pines... the matron has greeted us in Italian with a "bravo, bravo" to explain us that we have been approved in the small community. It will be a perfect night!

venerdì 22 ottobre 2010

Summary 4 - Least necessary

Pubblicato sul blog di "Tre uomini in barca" il 29 luglio col titolo "Minimo indispensabile":
Stiviamo ogni cosa nei tre gavoni stagni di ciascun kayak: tenda, materassino, sacco a pelo, cucina da campo, acqua (tanta acqua, almeno 12 litri a testa: in estate se ne consumano circa 3 litri al giorno, se non di più!), cambusa con piatti, bicchieri e posate (quelle "magiche": si ripiegano e quasi scompaiono, occupando uno spazio minimo!), un paio di magliette di ricambio (ad ogni viaggio, Tatiana si diverte a disegnarne una nuova: quest'anno si è ispirata al Palazzo di Cnosso, ovviamente!), una tuta della federazione nazionale che ci ha accompagnato anche in Scozia nel 2008, qualche libro di lettura (perché 5 settimane possono diventare lunghissime se il cattivo tempo ti tiene bloccato a terra!), un diario di viaggio: quest'anno Tatiana userà anche un registratore vocale, perché spesso si lamenta di perdere i pensieri nati in navigazione e le sensazione catturate rimangono orfane delle parole: saranno così garantiti anche gli aggiornamenti per Radio Popolare!
E poi kayak, pagaia, paraspruzzi, giubbotto, magliette e pantaloncini di licra, calzari, giacca d'acqua (perché non si sa mai, magari becchiamo quell'unico giorno di pioggia che le medie stagionali danno su Creta ad agosto!); e poi ancora costumi, cappelli, occhiali da sole, crema solare, kit di primo soccorso (per gli uomini) e kit di riparazione (per le imbarcazioni), cime di traino e sistemi di sicurezza vari, sandali da terra, calzini e pile per le serate fredde.
Gli apparecchi elettronici crescono di anno in anno e richiedono una cura quasi maniacale: un VHF, 2 GPS, un localizzatore satellitare, un mini computer per aggiornare il blog, un registratore, 2 telefonici cellulari, 2 fotocamere, 3 videocamere (che porteremo in testa con un ridicolo caschetto da saldatore!) e qualche altra diavoleria del genere...
Vanno tutti (o quasi) a batterie ricaricabili, quindi ci siamo muniti di tanti bei caricatori d'auto, 2 accumulatori e 2 pannelli solari: un viaggio all'insegna delle energie rinnovabili!
Montati sui ponti posteriori dei kayak, i pannelli saranno indispensabili per ricaricare tutte le nostre ferraglie, comprese le luci frontali ed il mio rasoio da barba!


Posted the 29th of July on the "Three men on the boat" blog:
We store everything in the three watertight hatchs of each kayak: tent, air mattress, sleeping bag, kitchen, water (few water, at least 12 litres: in the summer we consume around 3 litres a day, maybe more!), flat, glasses and silver wares (the "magic": refolded, they almost disappear, occupying a least space!), a pair of T-shirts (Tatiana usually draws a new one for every trip: this year she was obviously inspired by the Cnosso Palace!), a jumpsuit of the national federation that we also used in Scotland 2008 sea kayak expedition, some books (5 weeks can become very long with the bad weather!), a diary of trip: this year Tatiana will also have a voice recorder, because she often lose the thoughts borned kayaking and the feeling remain so orphan of their words…
And then kayak, paddle, sprayskirt, lifejacket, shirts and shorts, kayak shoes, watertight jacket (because we may have the only rainy day of the season expected in Crete on August!); and then still hats, sunglasses, solar cream, first aid kit (for man and woman) and repair kit (for kayaks), tow line, sandals, socks and pile for the cold evenings…
The electronic instruments grow year by year and they require an almost maniacal care: a VHF, 2 GPSs, a satellite messenger, a mini computer to update the blog, a voice recorder, 2 mobile phones, 2 cameras, 3 videocameras and some other thing…
All the instruments (or almost) work with rechargeable batteries, therefore we provide 2 car loaders and 2 solar panels to reload lights and beard razor too: a trip with renewable energies!

giovedì 21 ottobre 2010

Summary 3 - Organized adventure

Pubblicato sul blog di "Tre uomini in barca" il 26 luglio col titolo "Avventura organizzata":
E’ cominciato lo studio matto e disperatissimo sulle carte nautiche e sulle guide turistiche.
Anzi, va avanti già da qualche settimana: mentre Mauro si diletta a trasferire sul GPS tutti i possibili punti di sbarco ricavati dall'analisi incrociata delle carte nautiche e delle mappe satellitare, io mi sto dedicando a spulciare le guide turistiche per raccogliere tutte le possibili indicazioni utili al viaggio.
E’ un po’ deludente constatare quanto tutte le informazioni turistiche vengano date per visitare la terra DA TERRA, neanche i portolani sembrano tenere conto dell’opposta prospettiva di viaggio che hanno i naviganti, che invece vedono il mondo DAL MARE.
Così ogni cosa va analizzata al contrario: se per esempio la guida dice che c'è una spiaggia attrezzata, sarà per noi certamente difficile sbarcare tra sdraio e ombrelloni; se la carta dice che la strada costiera è sterrata allora forse non troveremo stabilimenti balneari; se invece la località turistica è rinomata allora sarà anche ricca di locali notturni, decisamente poco indicati per trascorrere in tenda una notte tranquilla… and so on.
Avendo a disposizione 5 settimane per coprire gli oltre 1000 km di sviluppo costiero dell'isola, abbiamo calcolato di dover percorrere almeno 30-35 km al giorno, così da avere anche qualche giorno di margine in caso di cattivo tempo; dobbiamo quindi capire se è davvero possibile montare il campo notturno ogni 30 km, oltre a sbarcare per la pausa pranzo o per la merenda o per i rifornimenti, oppure se in caso di necessità ci sono lungo costa punti di fuga o luoghi riparati...
Insomma, lunghe ore di letture dedicate alla valutazione delle informazioni raccolte e alla trascrizione sulla carta delle notizie curiose: chissà se la marina di Paleohora da 200 posti barca in costruzione tempo fa è stata nel frattempo terminata? Ci sarà ancora spiaggia rosa sull'isolotto di Elafonissi? E la rada di Kissamos riparata per le vele sarà adatta anche per i nostri kayak?
E’ quasi un viaggio PRIMA del viaggio ed è forse uno dei momenti più emozionanti…


Posted the 26th of July on the "Three men on the boat" blog:
It is beginning the crazy and desperate study on the nautical maps and on the tourist guides.
Really, it has already been going on for a few weeks: while Mauro transfers on the GPS all the possible places to land, find out by the cross analysis of nautical and google maps, I'm devoting myself to reed the tourist guides to pick up all the useful indications for the trip.
I'm disappointed, because all the tourist informations are given for visiting the world from the land, and they 
don't keep in mind the opposite perspective of a sea trip, when the traveller discovers the world from the sea. So every thing must be analyzed contrarily: for example, if the guide says there is a beach, it will certainly be difficult for us to land there, among sun ombrellas and deckchairs; if it says there is a dirt road along the coast, maybe there we won't find a beach resort; instead, if there is a touristis place, then it will be decidedly difficult spend there a relaxing night; and so on.
Having 5 weeks available to cover the 500 miles coastline of the island, we've calculated to paddle at least 15-18 miles a day, to also have few free days in case of bad weather; we owe therefore to understand if it is possible to put the tent every 15 miles indeed, besides landing for the break lunch or for the snack or for the restocking, or if it is simple to find a sheltered area in case of necessity.
In short, long time of readings, devoted to the evaluation of the picked informations and the transcription on the paper of the curious news: who knows if the new Paleochora harbour with 200 boat places is now finished? It still be a pink beach on the islet of Elafonissi? And will be the Kissamos bay, mended for the sails, also available for our kayaks?
It is almost a trip before the trip, and it is maybe one of the most exciting moments.

mercoledì 20 ottobre 2010

Summary 2 - Last purchases

Pubblicato sul blog di "Tre uomini in barca" il 22 luglio 2010 col titolo "Ultimi acquisti":
Il cellulare decide di morire SEMPRE prima di partire: è la terza volta che a pochi giorni dal viaggio mi devo precipitare alla ricerca di un nuovo telefono portatile! Nuovo però è un eufemismo, in realtà lo cerco sempre vecchio: un vecchio modello come il mio primo amato cellulare, solo telefonate sms e rubrica; niente foto, niente giochi, niente lucine psichedeliche, soltanto le funzioni elementari di un cellulare… ma è sempre più difficile! Sono dovuta tornare in negozio una seconda volta, però, perché il caricatore d’auto è diverso e con quello vecchio posso solo pensare di addobbarci l’albero delle feste… va bene tutto, ma perché non si mettono d’accordo per produrre UN SOLO modello di caricatore?!?
Quando invece azzeccano il prodotto da lanciare sul mercato, dopo pochi mesi lo tolgono: non trovo più il latte in confezioni piccole da 33 cl, monodose ideale per la prima colazione in campeggio ed utile contenitore per le sabbie e le conchiglie che raccolgo durante il viaggio; così mi sono rassegnata a scegliere quelle da 50 cl, sperando che con le temperature torride di quelle latitudini non si trasformi tutto in burro ai primi sobbalzi del kayak sulle onde!
Siccome viaggiamo in autonomia, senza alcun supporto da terra, e siccome in kayak c’entra davvero poca roba, da qualche anno ci siamo ingegnati a pescare alla traina: ho vinto il disgusto di pulire il pesce da quando ho scoperto che il pesce fresco cotto e mangiato è insuperabile!
Certamente meglio delle minestrine liofilizzate che stiviamo nei gavoni per le emergenze!
Così, tra una sosta in farmacia per rimpinguare la scorta di antidolorifici (pagaieremo per 6-8 ore al giorno, qualche doloretto potrà pure interessare le articolazioni!) ed un passaggio al mercato per acquistare dosi industriali di cous-cous (cuoce prima, richiede meno gas e soprattutto non va scolato!), faccio anche una sortita dal mio pescatore di fiducia: stavolta mi consiglia un filo 100% fluorocarbon, ideale per il basso grado di rifrazione delle luce in acqua… occhiate, orate e saraghi non vedranno scorrere la lenza e ci faranno volentieri l’onore di tenerci compagnia per cena!
Dovremmo avere tutto, ma certamente alla spunta della lista ci accorgeremo che manca ancora qualcosa… perché manca SEMPRE qualcosa, come in ogni viaggio che si rispetti!


Posted the 22nd of July on the "Three men on the boat" blog:
The mobile phone decides to die ALWAYS before the trip: this is the third time that I must research a new mobile few days before leaving for the holidays! New mobile is however an euphemism, because I'm always looking for an old mobile: an old model like my first beloved mobile, only calls sms and index book; no photos, no games, no psychedelic lights, only the elementary functions of a normal mobile… but it is difficult more and more! I have to return into the shop a second time, because the car loader is different and with the old one I can now just decorating the Christmas tree…  everything is all right, but why they can't produce A SOLE loader model?!?
Instead, when they guess the win product to launch on the market, they remove it after few months :I didn't find anymore the small wrappings of milk in from 33 cl, ideal for the camping breakfast and for sands and shells that I pick up during the trip; this time, I've resigned to choose those from 50 cl, hoping that with the torrid temperatures of those latitudes don't turn all into butter with the first bumps of the kayak on the waves!
As we travel in autonomy, without any support from the land, and as the kayaks can stuff few things indeed, since a 2-3 years we've striven to fish: I've won the disgust of cleaning the fish since I've understand that the fresh fish, immediately cooked and eaten, is really insuperable!
Surely better of the expedition food we stow in the kayaks for the emergencies!
This way, among a standstill into the pharmacy to renew the analgesic stock (we will paddle for 6-8 hours a day, some pains can maybe interest the articulations!) and a stop to the market to purchase industrial doses of cous-cous (it cooks before, needs few gas and above all it must not be drained!), I also pass to my trusty fisherman: he recommend me a 100% fluorocarbon fishing line, ideal for its low refraction of the light in water… sea breams won't see the fishing-line and they will gladly become our dinner!
We should have everything, but we certainly realize that something still misses… because something ALWAYS is missed, as every respectable trip requests!

martedì 19 ottobre 2010

Summary 1 - A trip with a presidential medal

Pubblicato sul blog di "Tre uomini in barca" il 19 luglio 2010 col titolo "Un viaggio da medaglia presidenziale":
Non è il nostro primo viaggio in kayak, ma ogni volta è come se lo fosse: siamo emozionati come due ragazzini, anche se abbiamo 98 anni in due! Andiamo in kayak da molto tempo, siamo "navigati", abbiamo due vecchi kayak come noi, sempre pronti a solcare nuovi mari: silenziosi e sicuri, i kayak navigano lenti lungo costa ed offrono una prospettiva nuova per chi ama visitare la terra dal mare.
Il nostro viaggio a Creta ha ottenuto anche un prestigioso riconoscimento: una medaglia di bronzo del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha così voluto conferire una premio di rappresentanza alla lunga spedizione marinara... del resto, siamo ancora un popolo di navigatori! Anche se i nostri amici romani hanno subito cominciato a scherzarci sopra: "ma come, ve danno 'na medaja prima de raggiunge er traguardo?!"
Totalmente indipendenti e ben equipaggiati, dotati dell'attrezzatura necessaria per il campeggio nautico e per la navigazione in sicurezza, cercheremo di completare il periplo di Creta mantenendo un'andatura turistica di circa 30 km al giorno, in ragione delle condizioni meteorologiche, facendo rifornimento di acqua e viveri lungo il percorso e procedendo con la sola propulsione della pagaia: un viaggio tutto ad energia umana!
Ci siamo presi 5 settimane di ferie per esplorare i 1046 km di costa cretese, la quinta isola più grande del Mediterraneo, culla della civiltà minoica e ponte ideale tra Oriente, Africa ed Occidente: più che un'isola, un continente, gridano le guide turistiche quasi all'unisono… Partiamo soli, quasi in luna di miele, ma sappiamo che in ogni porticciolo troveremo pescatori e ragazzini pieni di curiosità: Da dove venite? Dove andate? E dall'immancabile sguardo stupito quando comprendono che il kayak è tutta la nostra casa! Partiremo il 30 luglio e anche se mancano ancora (o soltanto?) due settimane, siamo entrati nel vivo dei preparativi, quando ogni cosa deve ancora andare al suo posto e tutto deve ancora cominciare.


Posted the 19th of July on the "Three men on the boat" blog:
It is not our first sea kayak trip, but every time is like it were: we're excited as well as two little guys, even if we're 98 years old both! We've been kayaking for a long time, we are "navigated", we always have two kayaks as old as we are and always ready to new sdventures: silent and sure, kayaks sail slowly along the coast and offer a new perspective for the people who loves to visit the earth from the sea.
Our trip to Crete has also received a prestigious recognition: a bronze medal of the President of the Italian Republic Giorgio Napolitano, who has so confered a representative prize for the long sea experience... above all, Italians are still a people of navigators! Even if our Roman friends have immediately started to joke with the medal: "how can they give you a medal if you don't yet reach the finishing line?!"
Totally independent and well equipped, endowed for nautical camping and safaty navigation, we will try to complete the Crete periplus, maintaining a tourist paddling of around 15 miles a day, dependant of the meteorological conditions, making restocking of water and food along the coast and proceeding with the only propulsion of the paddles: a trip all realized with human energy!
Five weeks of holidays to
 explore the 500 miles coastline of Crete, the fifth greatest island of the Mediterranean, cradle of the minoic civilization and an ideal bridge among Asia, Africa and Europe: more than an island, it is a continent, shouts in unison almost the tourist guides.
We start alone, like in a honeymoon, but we know that in every dock we will find fishermen and little boys full of curiosity: Where do you come from? Where do you go? And inevitable surprised when they understand that the kayak is our house at all!
We will start on July the 30th and even if we have still (or only?) two weeks, we're coming into the preparations, when each thing still has to go into its place and everything still has to start.

lunedì 18 ottobre 2010

Summary

Ho cominciato da qualche tempo a (ri)scrivere il diario del viaggio a Creta, con la remota speranza di trovare un piccolo editore interessato a pubblicare le nostre storie bislacche.
Per rinfrescarmi la memoria, ho (ri)letto i post pubblicati per Radio Popolare ed intitolati "Creta in kayak", nome partorito dalla nostra originalità editoriale!
Sapendo che il blog di "Tre uomini in barca" conserverà i vecchi post in ordine sparso, per dare il giusto risalto alle nuove cronache di viaggio che nella prossima edizione verranno inviate dai quattro angoli del mondo ai due simpatici redattori, abbiamo pensato di raccogliere subito sul nostro blog i racconti che abbiamo scritto per la trasmisione radiofonica, così da non perderne traccia e da poterli (ri)leggere in rigorosa sequenza cronologica: uno al giorno per i prossimi 13 giorni, ciascuno con la nostra consueta traduzione inglese, come una sorta di riassunto delle puntate precedenti...


I've start some time ago to (re)write the diary of the trip, hoping to finally find a small editor interested in publishing our odd histories about kayaking arounf Crete.
To refresh my memory, I (re)read what we've published on the blog of the radio broadcast "Three men in a boat", where two cool journalists have collected the cronicles of the trips realized by the listeners of the radio and sending theme from the four angles of the world.
The new edition will replace the old blog, but we want to preserve "our" posts about "Crete in kayak": so, we will transfere them on this blog, one a day for the next 13 days, this time with our usual English translation, as a sort of summary of the old stories...

sabato 9 ottobre 2010

Sand and video...

Ho finalmente sistemato le sabbie di Creta (e le formine trovate in spiaggia).
Ogni tanto mi fermo a contemplare i diverse colori e le varie dimensioni dei granelli: è un po' come ripercorrere le tappe del nostro viaggio, ogni sabbia ricorda una spiaggia...
Mauro nel frattempo ha finito di catalogare i trilioni di foto e filmati e di scegliere le 12 immagini più belle per il prossimo calendario 2011.
L'elaborazione del video è questa volta particolarmente impegnativa, visto la mole di materiale videofotografico che abbiamo realizzato sulla Grande Isola: abbiamo calcolato che ci vorranno almeno 3-4 mesi di assidua lavorazione.
Abbiamo così pensato di cominciare a presentare il viaggio con delle foto in sequenza commentate dal vivo: alcune serate sono già state concordate...
Un lavoro in anteprima in attesa del video finale!


I have finally arranged the Crete's sand: looking at that different colours and grains it is possible to came back to the island, sands to remember several beaches...
In the meantime, Mauro has catalogued photos and video-tapes to choose the most beautiful pictures for the 2011 calendar.
We will soon present a slide show of our trip...
A work in progress, waiting for the final videoclip!

lunedì 4 ottobre 2010

Monday on the newspaper...

Come prima della partenza, anche al ritorno ci ritroviamo con piacere sul giornale locale: un breve articolo sulla Prealpina di lunedì 4 ottobre 2010 richiama il nostro viaggio a Creta definendoci "maratoneti delle onde"!

... per leggere l'articolo cliccare sull'immagine...
As in July, also now we've find a brief article on the local newspaper of the Monday 4th October 2010, calling us "the roadrunners of the waves!"